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sabato 30 marzo 2013

La repubblica dei comici

Seguendo le vicende politiche italiane degli ultimi mesi e anni ho potuto constatare che il successo elettorale dei nostri politici sembra essere direttamente proporzionale alla loro abilità di comici. Beppe Grillo è indubbiamente il più bravo, quindi: grande successo. Anche Berlusconi è piuttosto bravo: la sua comicità è un po’ vintage, del genere avanspettacolo: comunque, anche a lui buon successo di pubblico e di critica. Bersani ha tentato di fare dello spirito, ispirandosi a Crozza: risultati a volte apprezzabili, ma nel complesso scarsi. Monti ha cercato in qualche occasione di fare lo spiritoso, forzando la sua natura, con risultati disastrosi. Gianfranco Fini ha mantenuto il suo atteggiamento serio, al limite del funereo: eliminato. Come potremmo definire un Paese così? Una volta si sarebbe detto: un Paese da operetta, ma oggi sono forse ben pochi quelli che sanno che cosa sia un’operetta; diciamo allora da cinepanettone? Alla luce di queste osservazioni, c’è da chiedersi come mai la sinistra non abbia ancora pensato di candidare Roberto Benigni: non solo è bravissimo, ma conosce anche perfettamente la nostra Costituzione!

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