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domenica 11 giugno 2017

PETIZIONE PER IL PORTO TURISTICO EX ARSENALE DI LA MADDALENA

·         Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
·         Al Sig. Ministro dello Sviluppo Economico
·         Al sig. Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
·         Al Sig. Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
·         Al sig. Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
·         Al     Sig. Sindaco del Comune di La Maddalena
·         Al sig. Presidente di Confindustria Sardegna
  

SALVIAMO IL PORTO TURISTICO DELL’EX ARSENALE A LA MADDALENA
 
Sono trascorsi 10 anni da quando (nel 2007), essendo stato deciso che il vertice G8 del 2009 si sarebbe svolto a La Maddalena, furono avviate importanti opere destinate non solo a realizzare strutture  idonee ad ospitare l’evento, ma anche a promuovere il rilancio economico dell’arcipelago dopo una serie di circostanze che ne avevano pesantemente penalizzato l’assetto socioeconomico. Infatti, dopo un lungo periodo di (relativo) benessere della comunità locale, fondato essenzialmente sulla forte presenza della Marina Militare e sull’indotto della base navale USA, si  verificarono in rapida sequenza:
- la chiusura dell’Arsenale militare
- Lo smantellamento della base navale USA
- la riduzione della presenza della Marina Militare
 Avendo tutto ciò  determinato una drammatica  caduta dell’economia locale, si pensava che una compensazione potesse attuarsi attraverso un forte impulso del turismo. Lo svolgimento del G8 avrebbe svolto anche un ruolo in questa direzione.
All’ultimo momento (3 mesi prima dell’evento), come si sa, il governo decise di spostare la sede del G8 a L’Aquila.
Fu il colpo di grazia per l’economia dell’isola. Non solo: opere imponenti e costose restarono inutilizzate e/o incompiute, determinando un gigantesco spreco di risorse pubbliche.
In particolare, nel complesso dell’ex Arsenale militare erano state realizzate, con risorse pubbliche e private, infrastrutture destinate all’insediamento di un grande porto turistico, adatto ad ospitare imbarcazioni da diporto anche di grandi dimensioni, con il corollario di strutture alberghiere, centro congressi e attività commerciali.
All’epoca si sosteneva che l’ex Arsenale era destinato a diventare un polo turistico e marittimo tra i più importanti del Mediterraneo occidentale. Non erano aspettative esagerate: le opere realizzate nell’area si presentavano con caratteristiche di elevato livello qualitativo ed estetico, grazie anche all’intervento di progettisti di grande valore e di fama internazionale, come l’arch. Stefano Boeri. A quest’ultimo si deve la progettazione dell’avveniristico “Padiglione del mare”, con il suo spettacolare aggetto sullo specchio d’acqua del porto, struttura che avrebbe dovuto ospitare gli incontri tra i “grandi del mondo” durante il G8.
Ora queste opere, tutte inutilizzate, stanno subendo un rapido degrado, e alcune sono già in condizioni che si possono definire fatiscenti.
Tralasciamo di analizzare le diverse responsabilità che hanno portato a questa situazione, il dato di fatto è che come cittadini abbiamo il diritto di essere profondamente indignati, doppiamente indignati:
·         per l’enorme spreco di risorse, che risulta tanto più insopportabile in un periodo di stagnazione economica come quello che da anni stiamo vivendo in Italia e ancor più in Sardegna;
·         per il mancato utilizzo di strutture che sarebbero in grado di dare un impulso decisivo alla ripresa economica dell’isola.
E’ infatti evidente che le potenzialità di sviluppo di un territorio come quello dell’arcipelago maddalenino sono essenzialmente fondate sul turismo, ed in particolare sul diporto nautico. Un porto turistico di elevato standard qualitativo costituirebbe l’elemento portante per uno sviluppo turistico sostenibile e di qualità. Non solo per La Maddalena, ma anche per tutta la Sardegna.
Perdere questa opportunità per incuria e negligenza sarebbe colpevole e imperdonabile.
Chiediamo quindi a tutti coloro che hanno la facoltà di esercitare il loro potere per sbloccare questa insostenibile situazione di stallo di impegnarsi concretamente e tempestivamente nella soluzione dei problemi che impediscono di utilizzare le strutture realizzate.
Chiediamo che tutti i livelli istituzionali competenti vengano coinvolti e sensibilizzati sull’estrema urgenza di intervenire, tenuto conto che il fattore tempo è in questo caso particolarmente rilevante: quanto più tempo trascorre in assenza d’interventi, tanto più procede il degrado e crescono i costi di ripristino.
Chiediamo che vengano istituiti tavoli di lavoro ai quali siano chiamati a partecipare tutti i soggetti interessati alla soluzione dei problemi.
Chiediamo che i cittadini, in particolare i sardi e i maddalenini, vengano costantemente informati sull’andamento dei lavori, con la massima trasparenza e completezza.

Rivolgiamo questo appello non solo alle istituzioni, ma anche al mondo imprenditoriale, nella convinzione che un impegno congiunto tra pubblico e privato sia necessario per conseguire risultati apprezzabili.

giovedì 9 febbraio 2017

Lettera a Michele Serra

Gentile Serra,

   nella sua Amaca di venerdi 3 febbraio ha ironizzato sull’abuso del termine “populista”. Per una volta, non sono d’accordo con lei. E’vero, l’uso di questa parola sta dilagando, ma il problema non è la parola, è purtroppo la realtà che rappresenta. Se non ci piace populismo usiamo un altro termine: che so, demagogia? Ma bisognerà pure battezzare in qualche modo il diffondersi in ogni ambiente di idee, atteggiamenti, opinioni, invettive, sentenze che hanno lo scopo di ottenere un facile consenso tra la “ggente” falsificando o semplificando esageratamente la realtà, proponendo soluzioni semplici a problemi complessi, vellicando gli istinti più beceri e diffusi, abbracciando allegramente i più triti luoghi comuni, sbeffeggiando le istituzioni. Troviamo tutto questo tra i politici, ma non solo; anche tra giornalisti, opinionisti, comici, magistrati. A proposito di questi ultimi: le pare sensato che l’amministratore delegato di un’azienda con 70.000 dipendenti venga condannato come responsabile di un singolo incidente? Che il sindaco di una grande città (Genova) venga condannato per un’alluvione? Che venga incriminato per omicidio volontario chi ha provocato un’incidente stradale? (accadeva prima dell’emanazione della nuova legge sui crimini della strada). A me sembrano tutti esempi di populismo.