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Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
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Al Sig. Ministro dello Sviluppo Economico
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Al sig. Ministro dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare
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Al Sig. Ministro dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismo
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Al sig. Presidente della Regione Autonoma della
Sardegna
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Al Sig.
Sindaco del Comune di La Maddalena
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Al sig. Presidente di Confindustria Sardegna
SALVIAMO IL PORTO TURISTICO DELL’EX ARSENALE A LA
MADDALENA
Sono trascorsi 10 anni da quando (nel 2007), essendo stato
deciso che il vertice G8 del 2009 si sarebbe svolto a La Maddalena, furono
avviate importanti opere destinate non solo a realizzare strutture idonee ad ospitare l’evento, ma anche a
promuovere il rilancio economico dell’arcipelago dopo una serie di circostanze
che ne avevano pesantemente penalizzato l’assetto socioeconomico. Infatti, dopo
un lungo periodo di (relativo) benessere della comunità locale, fondato
essenzialmente sulla forte presenza della Marina Militare e sull’indotto della
base navale USA, si verificarono in
rapida sequenza:
- la chiusura dell’Arsenale militare
- Lo smantellamento della base navale USA
- la riduzione della presenza della Marina Militare
Avendo tutto ciò determinato una drammatica caduta dell’economia locale, si pensava che una
compensazione potesse attuarsi attraverso un forte impulso del turismo. Lo
svolgimento del G8 avrebbe svolto anche un ruolo in questa direzione.
All’ultimo momento (3 mesi prima dell’evento), come si sa,
il governo decise di spostare la sede del G8 a L’Aquila.
Fu il colpo di grazia per l’economia dell’isola. Non solo:
opere imponenti e costose restarono inutilizzate e/o incompiute, determinando
un gigantesco spreco di risorse
pubbliche.
In
particolare, nel complesso dell’ex Arsenale militare erano state realizzate,
con risorse pubbliche e private, infrastrutture destinate all’insediamento di
un grande porto turistico, adatto ad
ospitare imbarcazioni da diporto anche di grandi dimensioni, con il corollario
di strutture alberghiere, centro congressi e attività commerciali.
All’epoca
si sosteneva che l’ex Arsenale era destinato a diventare un polo turistico e marittimo tra i più importanti del Mediterraneo occidentale.
Non erano aspettative esagerate: le opere realizzate nell’area si presentavano
con caratteristiche di elevato livello qualitativo ed estetico, grazie anche
all’intervento di progettisti di grande valore e di fama internazionale, come
l’arch. Stefano Boeri. A quest’ultimo si deve la progettazione
dell’avveniristico “Padiglione del mare”, con il suo spettacolare aggetto sullo
specchio d’acqua del porto, struttura che avrebbe dovuto ospitare gli incontri
tra i “grandi del mondo” durante il G8.
Ora
queste opere, tutte inutilizzate, stanno subendo un rapido degrado, e alcune
sono già in condizioni che si possono definire fatiscenti.
Tralasciamo
di analizzare le diverse responsabilità che hanno portato a questa situazione,
il dato di fatto è che come cittadini abbiamo il diritto di essere
profondamente indignati, doppiamente
indignati:
·
per l’enorme spreco di risorse, che risulta tanto più insopportabile in un
periodo di stagnazione economica come quello che da anni stiamo vivendo in
Italia e ancor più in Sardegna;
·
per il mancato utilizzo di strutture che
sarebbero in grado di dare un impulso decisivo
alla ripresa economica dell’isola.
E’
infatti evidente che le potenzialità di sviluppo di un territorio come quello
dell’arcipelago maddalenino sono essenzialmente fondate sul turismo, ed in
particolare sul diporto nautico. Un
porto turistico di elevato standard qualitativo costituirebbe l’elemento
portante per uno sviluppo turistico sostenibile e di qualità. Non solo per La
Maddalena, ma anche per tutta la Sardegna.
Perdere
questa opportunità per incuria e negligenza sarebbe colpevole e imperdonabile.
Chiediamo
quindi a tutti coloro che hanno la facoltà di esercitare il loro potere per sbloccare
questa insostenibile situazione di stallo di impegnarsi concretamente e tempestivamente nella soluzione dei
problemi che impediscono di utilizzare le strutture realizzate.
Chiediamo
che tutti i livelli istituzionali competenti vengano coinvolti e sensibilizzati sull’estrema urgenza di intervenire,
tenuto conto che il fattore tempo è in questo caso particolarmente rilevante:
quanto più tempo trascorre in assenza d’interventi, tanto più procede il
degrado e crescono i costi di ripristino.
Chiediamo
che vengano istituiti tavoli di lavoro ai quali siano chiamati a partecipare tutti i soggetti interessati alla
soluzione dei problemi.
Chiediamo
che i cittadini, in particolare i sardi e i maddalenini, vengano costantemente informati sull’andamento
dei lavori, con la massima trasparenza e completezza.
Rivolgiamo
questo appello non solo alle istituzioni, ma anche al mondo imprenditoriale, nella convinzione che un impegno congiunto
tra pubblico e privato sia necessario per conseguire risultati apprezzabili.