Gentile Serra,
nella sua Amaca di
venerdi 3 febbraio ha ironizzato sull’abuso del termine “populista”. Per una
volta, non sono d’accordo con lei. E’vero, l’uso di questa parola sta
dilagando, ma il problema non è la parola, è purtroppo la realtà che
rappresenta. Se non ci piace populismo usiamo un altro termine: che so,
demagogia? Ma bisognerà pure battezzare in qualche modo il diffondersi in ogni
ambiente di idee, atteggiamenti, opinioni, invettive, sentenze che hanno lo
scopo di ottenere un facile consenso tra la “ggente” falsificando o
semplificando esageratamente la realtà, proponendo soluzioni semplici a
problemi complessi, vellicando gli istinti più beceri e diffusi, abbracciando
allegramente i più triti luoghi comuni, sbeffeggiando le istituzioni. Troviamo
tutto questo tra i politici, ma non solo; anche tra giornalisti, opinionisti,
comici, magistrati. A proposito di questi ultimi: le pare sensato che
l’amministratore delegato di un’azienda con 70.000 dipendenti venga condannato
come responsabile di un singolo incidente? Che il sindaco di una grande città
(Genova) venga condannato per un’alluvione? Che venga incriminato per omicidio
volontario chi ha provocato un’incidente stradale? (accadeva prima
dell’emanazione della nuova legge sui crimini della strada). A me sembrano
tutti esempi di populismo.