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lunedì 24 ottobre 2022

SUI PREZZI DEL GAS NATURALE

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 Testo di una e-mail inviata il 29 Agosto 2022 al dott. Tabarelli, Presidente di NOMISMA ENERGIA, ovviamente, come previsto, rimasta senza risposta:

Caro Tabarelli,

            l’incremento del prezzo del gas naturale ha raggiunto livelli tali da risultare insostenibile per la maggior parte delle economie dei paesi UE, determinando quindi crescenti livelli di preoccupazione, più che giustificati, a tutti i livelli politici e imprenditoriali.

La rappresentazione della gravità della situazione è chiara a tutti e come tale largamente condivisa, ma sulle cause che l’hanno provocata e sui possibili rimedi a me pare che siano piuttosto carenti e superficiali sia le analisi che le proposte avanzate. E, soprattutto, che manchi una visione sistemica di lungo periodo. Che l’incremento delle quotazioni non sia imputabile all’invasione russa dell’Ucraina mi pare ormai evidente e generalmente riconosciuto da tutti, dal momento che la curva del prezzo ha iniziato a impennarsi ben prima del 24 febbraio di quest’anno. Né si vedono altre possibili cause che abbiano a che fare con la “fisicità” della materia prima: è infatti del tutto evidente che i prezzi raggiunti dal GN negli ultimi mesi non hanno alcun legame né con i costi di produzione e trasporto, né con la disponibilità di materia prima nel mondo. Il prezzo è quindi determinato nella borsa di riferimento TTF unicamente sulla base delle aspettative degli operatori secondo logiche speculative di carattere meramente finanziario.

 Sono considerazioni scontate e banali, me ne rendo conto; ma spero sia consentito ad un vecchio “gasista” in pensione di proporre qualche riflessione di carattere generale sul sistema che, ai tempi della sua attività aziendale, non esisteva né si prevedeva. La prima domanda che mi pongo è: una volta chiarito il funzionamento del sistema, possiamo affermare che si tratta di un meccanismo perverso e inaccettabile? O non è consentita alcuna osservazione che rischi di ledere la “sacralità” del mercato?

 La seconda domanda è: possiamo ipotizzare azioni che tendano a modificare tale meccanismo o, al limite, a neutralizzarlo? Capisco bene che pensare di modificare una situazione ormai consolidata a livello internazionale possa essere considerato velleitario, ma non vedo perché non si possa quanto meno aprire una discussione nel merito in ambito politico e tecnico.

La terza domanda è: si può pensare di “svincolarsi” a livello nazionale, almeno temporaneamente, dal sistema di determinazione del prezzo al TTF, tornando al negoziato diretto tra acquirente e fornitore?

Proviamo per un attimo ad andare indietro nel tempo, quando in Italia il mercato del GN era dominato dal monopolio di fatto da parte dell’ENI; è immaginabile che all’epoca si determinasse una situazione drammatica come l’attuale? Decisamente no, presumo che anche lei sia d’accordo. Ne possiamo dedurre che la liberalizzazione del mercato del GN è stato un fallimento? Non so, forse quest’ultima sarebbe un’affermazione troppo drastica e semplicistica, ma è indubbio che qualcosa non sia andata nel verso giusto nel modo in cui la liberalizzazione si è in concreto attuata in Italia e nell’UE. Per tutte le commodity esistono mercati internazionali che ne determinano i prezzi di scambio: dal petrolio al carbone, al caffè, all’oro, (per non parlare del succo d’arancia di cui al vecchio film “Una poltrona per due” che la tv non manca di propinarci ogni anno sotto Natale), ma non mi risulta che in alcuno di tali mercati si siano verificati i disastri ai quali stiamo assistendo nel caso del GN, disastri che oltretutto riguardano soltanto una ben delimitata area geografica: quasi tutti i Pasi dell’UE.

Vorrei sottolineare che con i miei riferimenti al passato non intendo assolutamente iscrivermi tra i “laudatores temporis acti”, ma soltanto mettere in evidenza quella che dovrebbe essere un’ovvietà: se si realizzano mutamenti strutturali di un sistema, il nuovo assetto dovrebbe essere indiscutibilmente migliore del precedente; ebbene, non mi pare che nel caso del “sistema gas” ciò sia avvenuto.

Mi scuso se, approfittando della vecchia conoscenza ai tempi della mia attività in Regione, mi sono permesso di tediarla con queste riflessioni che forse giudicherà inappropriate, ma sentivo il bisogno di confrontarmi con un esperto che stimo in merito ad una materia che mi appassiona.
   Un cordiale saluto, con i migliori auguri di buon lavoro.
                     Domenico Pilolli
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