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giovedì 2 novembre 2023

UNA PETIZIONE PER LA PALESTINA

 


  • Al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres

  • Alla Presidente della Commissioone Europea, Ursula von der Leyen

  • All'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Jsep Borrell

  • Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

  • Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni

  • Al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani

  • Al Ministro della difesa Guido Crosetto


e p.c.:

  • UNICEF

  • UNHCR

  • Medici Senza Frontiere

  • Emergency

  • Save The Children


La tragica situazione della Striscia di Gaza si protrae ormai da più settimane, e si aggrava di giorno in giorno. Le sofferenze della popolazione civile soggetta a continui bombardamenti, senza alcuna possibilità di sfuggire da un territorio che viene definito una prigione a cielo aperto, sono indicibili e sotto gli occhi di tutto il mondo. Per chiunque sia dotato di un minimo di sensibilità e di rispetto della persona umana questa situazione è insopportabile. E' soprattutto insopportabile pensare ai bambini uccisi, e immaginare il terrore di quelli che sopravvivono. Insopportabile anche pensare alle condizioni degli ostaggi nelle mani di Hamas. Si moltiplicano da giorni, a tutti i livelli, gli appelli alla moderazione, alla prudenza, alla necessità di salvaguardare la popolazione civile e la vita degli ostaggi, ma con ogni evidenza tutti gli appelli e le raccomandazioni cadono nel vuoto. Crediamo che sia giunta l'ora di superare questa fase di spreco di buone parole, per passare ad azioni concrete. Occorre che l'Occidente si muova, se davvero crede nei suoi valori fondanti. In particolare l'Unione Europea, nata per salvaguardare e promuovere la pace, deve muoversi. Non basta l'azione diplomatica, serva un'iniziativa concreta, forte, importante: si tratta di formare una task force navale che, sotto l'egida dell'ONU e sulla base di un accordo tra alcuni Paesi UE di buona volontà, porti a quella popolazione stremata ogni genere di aiuti e dia la possibilità di evacuare i civili che lo richiedano, in particolare donne, bambini, anziani. Potranno certamente essere coinvolte anche le ONG , ma resta essenziale il contributo delle Marine Militari dei Paesi impegnati nell'operazione.