Mi pare di avvertire tanta voglia
di astensione alle prossime elezioni. La capisco, ma non la condivido. Per
tanti motivi: perchè rinunciare all’unico momento in cui la nostra opinione
conta qualcosa? Certo, la mia opinione vale quanto uno su trenta milioni, ma se
non voto vale ancora meno, cioè zero. Mi pare puro masochismo. Non votare
perché non mi sento rappresentato da nessuno? Saranno eletti i rappresentanti
degli altri. E poi: siamo proprio sicuri che nessuno ci rappresenti? O siamo
soltanto poco informati e/o condizionati dal qualunquismo imperante? La nostra
astensione servirà soltanto a dare maggior peso alle opinioni altrui, anche a
quelle che per noi sono insopportabili. Ricordiamoci anche quante lotte e quanti
sacrifici sono stati necessari per conquistare un diritto fondamentale per la
democrazia, un diritto che noi rischiamo di buttar via come cosa di poco conto.
Per me votare è un diritto e un dovere, ed è anche un piacere, come giustamente
osserva Michele Serra, perché è un momento che ci fa sentire parte attiva di
una comunità. E infine, sottoscrivo le parole di Gramsci: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è
abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli
indifferenti.”