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mercoledì 10 aprile 2013

I dieci saggi: un programma col timer

E’ abbastanza facile criticare la scelta del Presidente Napolitano di costituire il cosiddetto comitato dei saggi; infatti, in molti si sono esercitati nel demolire, più o meno rispettosamente, questa scelta indubbiamente del tutto inusuale e atipica, vista dai più come strumento per guadagnare tempo. Ma, a parte il fatto che a volte in politica anche guadagnare tempo può essere una scelta giusta, cerchiamo di vedere gli aspetti positivi di questa mossa giustamente definita “creativa”. Il contesto, ben noto, è una situazione di stallo determinata dai veti reciproci posti dalle tre forze politiche fra le quali è ripartita la rappresentanza parlamentare: in tale contesto, se le parti restano compatte, nessuna maggioranza di governo è possibile. La decisione di Napolitano tenta allora di spostare l’attenzione sui contenuti, puntando a creare le condizioni che portino a delineare un programma di governo che possa costituire una sorta di “minimo comune denominatore” tra le parti. Se il gruppo dei dieci saprà lavorare bene, potrà formulare una proposta di programma di governo in grado di raccogliere un consenso ampio e trasversale. La proposta dovrebbe però essere molto chiara, sintetica, con obiettivi precisi e per quanto possibile quantificati; e, soprattutto, corredata da un calendario : precise scadenze per ogni obiettivo. Una proposta del genere, soprattutto se accompagnata dalla scelta di un candidato premier di alto profilo e non di parte, potrebbe forse superare le contrapposte rigidità e consentire la formazione di un governo sufficientemente stabile e capace di realizzare almeno alcune delle innovazioni di cui il nostro Paese ha urgente bisogno.